venerdì 13 aprile 2007

STEPHEN KING 3

L'ombra dello scorpione (The Stand, 1978)
L'ombra dello scorpione - edizione completa (The Stand, 1990)

L'ombra dello Scorpione è, a mio parere, il romanzo più bello e
complesso di Stephen King.
L'editore impose pesanti tagli alla prima edizione del romanzo,
operati però con il consenso dell'autore.
Ma King credeva molto nel fatto che la storia aveva bisogno di un
respiro più ampio e propose (probabilmente quando il suo essere un
autore di successo era ormai un fatto consolidato) all'editore una
nuova versione ampliata e riveduta dove le parti "tagliate" potevano
essere reinserite ed altre parti riviste. Paradossalmente alcune altre
parti sono invece state eliminate perchè la nuova versione del romanzo
non ne aveva più bisogno.
Io ho letto circa 200 pagine della prima edizione... mi pareva di non
riuscire ad andare avanti. Ho rinunciato. Ero ancora un lettore acerbo
(avevo circa 16 o 17 anni) e devo ammettere che un libro lungo mi
metteva in difficoltà.
Qualche anno dopo, durante l'università, ero nel pieno della mia
King-mania e mi decisi a riprendere il libro, ma per l'occasione
comprai la versione lunga. Ne sono rimasto fulminato. Non è solo
questione di storia, temi, stile, ma soprattutto di personaggi. Erano
così veri per me che, per tutta la durata della lettura, non potevo
fare a meno di loro, dovevo sapere come proseguiva la loro storia.
La vicenda, è noto, è quella di un virus letale che uccide quasi tutti
gli abitanti della terra. I sopravvissuti lentamente si organizzano in
due gruppi, più o meno "i buoni" ed "i cattivi". Il resto non lo
rivelo ma... bisogna vederlo come una moderna apocalisse, visionaria
(l'AIDS non esisteva ancora ma, in pratica, tutti ce lo vedono da
quando è comparso), corale, densa di realismo e contemporaneamente con
un pizzico di magia.
Molti confrontano questo libro con IT, principalmente per la
lunghezza, credo, ma secondo me l'intreccio è molto più complesso e
suggerirei di leggerlo con la dovuta calma (IT, invece, si legge in
fretta, senza avvertine la "pesantezza").
E' rimasto il suo unico capolavoro? Secondo me sia sì che no: non è
questione di classifiche, semplicemente di momenti e punti di vista:
La Torre Nera è un'altra cosa e sinceramente non vedo la necessità di
fare un confronto, oppure Il Miglio Verde, o Dolores Claiborne, tutti
"esperimenti" di un altro genere. E' comunque un libro eccezionale,
una storia di storie, tanti fili che si intrecciano, tantissime
tessere che si sommano ed alla fine appare un mosaico enorme, bello se
osservato nella sua interezza ma talmente grande da far fatica ad
abbracciarlo con un solo sguardo.

> Vabbe'. Allora lo chiedo anche a te e Tolkien?
> Chiarisco meglio: da piu' parti ho letto che King, nella stesura di
> quest'opera, sarebbe stato assai influenzato dal Signore degli Anelli.
> Tanto che alcune vicende e alcuni personaggi vivrebbero in parallelo
> con quelli del capolavoro di Tolkien

Sinceramente non so. So dell'ammirazione di King per Tolkien, mi pare
che sia nell'elenco di libri da lui letti che c'è in Danse MAcabre,
non ricordo però quando lo ha letto. :-)
Comunque nell'impianto generale ci vedo dei paralleli, nelle vicende
dei personaggi no, ma magari è una cosa molto elaborata e non può
essere facilmente "avvertita".


> L'ombra dello scorpione (The Stand, 1978)
> L'ombra dello scorpione - edizione completa (The Stand, 1990)
(...)

Mi sono dimenticati di scrivere un commento sull'orribile film TV: è
la dimostrazione del fatto che non basta seguire pedissequamente la
trama di un bel libro per fare un bel film.
Questo stesso problema ci sarà anche poi con IT, ma qui è peggio che
peggio. Attori inespressivi, inquadrature banali, ad un certo punto si
prova la sensazione che è meglio che muoiano tutti che andare avanti
con lo strazio... :-)))
Poi, alla fine...

SPOILER
per citare il commento di Tiziano Sclavi: quando, verso la fine,
compare in cielo, *la mano di Dio*... (nel libro si tratta di
un'immagine fortemente simbolica) bruceresti il nastro seduta stante
senza proseguire oltre la visione.
> Sinceramente non so. So dell'ammirazione di King per Tolkien, mi pare
> che sia nell'elenco di libri da lui letti che c'è in Danse MAcabre,
> non ricordo però quando lo ha letto. :-)

Beh nella sua nuova introduzione al primo capitolo della Torre Nera,
King non esprime solo ammirazione per Tolkien, lo elegge a suo
maestro, come fa d'altronde anche con Richard Matheson, ma per altri
motivi. Insomma Tolkien e' servito a formare l'amore per il fantastico
e Matheson quello per l'orrore. Se li e' scelti mica male i maestri
l'uomo, eh? ;-)))

Tra parentesi mi interesserebbe sapere, come curiosita' ovviamente,
> dai tanti kinghiani della lista, se condividete l'amore per Tolkien e
> per Matheson. Immagino che purtroppo, qualcuno di voi Matheson non lo
> conosce proprio. Purtroppo, perche' Matheson e' uno degli scrittori
> piu' sottovalutati del secolo scorso. Ed invece uno dei piu' grandi.
> Provate a leggere "Io sono leggenda", solo per fare un esempio. :-)

Io sono assolutamente Tolkieniano, nonchè Mathesoniano. Sebbene di
entrambi abbia ancora letto un pò poco. Segnalo comunque un vero
capolavoro: Io sono Helen Driscoll.
E, per rimanere in tema, un altro libro amato e suggerito da King: Il
Giro di Vite, di Henry James.

> > L'ombra dello Scorpione è, a mio parere, il romanzo più bello e
> > complesso di Stephen King.
> Abbi pazienza ma, purtroppo, non sono d'accordo.
> E' vero, come dici, che sono rappresentati benissimo tutti i venti
> (circa) personaggi principali a differenza di "It" dove ce ne sono
> solo sette (o poco più), ma questa è l'unico pregio del Re: quello
> di sapere rendere reali (d'altronde non sarebbe il re... ops scusa
> la zumata) personaggi inventati.
> La storia, invece, lo trovata banale.
> Oltretutto banalizzata vieppiù dal fatto che un virus letale a
> livello MONDIALE si risolva, come conflitto tra bene e male, a Las
> Vegas (U.S.A.).
> E' un difetto che, ahilei, si porta dietro anche la Rowling, ad
> esempio. Perchè quando parla del MONDO magico (coppa del mondo di
> Quidditch, maghi di tutte le nazionalità,...) cade nella trappola
> dell'eroe (Harry) e del cattivissimo (Lord Voldemort) decisamente
> inglesi.
> Da questo punto di vista, infatti, ho apprezzato molto il
> romanzo "Il quinto giorno" che ho letto lo scorso anno, di cui non
> ricordo bene l'autore, ma di cui, se volete, parleò al mio ritorno
> dall'Urbe.

Direi di sì! Frank Schatzing è un autore che mi incuriosisce molto... :-)
Riguardo al tuo giudizio non ho nulla da dire: so bene che IT e
L'Ombra dello Scorpione si contendono la palma del miglior romanzo per
molti lettori di King, per tanti motivi. Ma ciò che è bello è
soggettivo. Potrei argomentare che King ha sempre scelto scenari che
conosce bene per rappresentare le proprie storie, tanto che oggi
qualcuno immagina il Maine come uno dei posti + truculenti del mondo,
ma questo è sicuramente un difetto, se lo è per te.

Volevo poi anche dire che, pur amando King, non mi considero affatto
monomaniaco, più che altro volevo mettere in evidenza alcuni aspetti
della sua narrativa che potrebbero incuriosire qualche "nuovo" lettore
(penso al Porde, per esempio) dato che magari uno si fa un'immagine di
questi autori di bestseller che potrebbe magari essere distorta.

> Potrei argomentare che King ha sempre scelto scenari che
conosce bene per rappresentare le proprie storie, tanto che oggi
qualcuno immagina il Maine come uno dei posti + truculenti del mondo,
ma questo è sicuramente un difetto, se lo è per te.

Più che altro un kinghiano immaginerebbe che tutte le mamme
americane sono bigotte-paranoidi, gli animali domestici dei killer a
quattro zampe, i vicini di casa e i rigattieri dei tizi poco
raccomandabili... :OPPP

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